Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Megozzi Natasha, Pennacchioni Fabio. Stereotipi dell’infermiere nella produzione cinematografica dal 1950 al 2008. Infermiere Oggi 2010;20(1):31–39.
Added by: Barbara Gargano (08/02/2011 19:55:26) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Megozzi2010 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Metodologia della ricerca, Scienze dell'informazione, Sociologia Sottocategorie: Comunicazioni di massa, Ricerca qualitativa Autori: Megozzi, Pennacchioni Collezione: Infermiere Oggi |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo). Scopo della presente indagine è confrontare gli stereotipi creati dai film distribuiti in Italia sull’immagine dell’infermiere. Si tratta di una ricerca qualitativa di tipo storico basata sull’analisi di 27 pellicole cinematografiche visionate e campionate per convenienza, in base a criteri imposti dalla presente ricerca, nel periodo compreso dal 1950 al 2008. L’analisi ha riguardato 27 film, di cui 12 americani, 12 italiani e tre di altre nazionalità, per il 71% del genere “commedie”. I personaggi individuati sono 39 e per il 64,1% sono donne, nel 48% dei casi, giovani donne. L’analisi dell’aspetto fisico fa rilevare che il 58% è gradevole e, tra questi, gli interpreti sono avvenenti nel 26% dei casi e, nell’80% dei casi, si tratta di donne. Quelle di aspetto “sgradevole”, nel 63% dei casi, sono italiane. La tipologia di divisa più rappresentata è la crocerossina; per l’83,3% delle volte, l’infermiere appartiene ad un ceto sociale basso. Gli aspetti che ricorrono sono: lo stereotipo della crocerossina innamorata (se donna), o dell’infermiere fannullone (se uomo). Nell’analisi dell’interazione con i medici, risulta che nel 60% dei casi il rapporto è di tipo subordinato, nel 30% conflittuale e solo nel 10% di collaborazione. La relazione con i colleghi (valutabile solo in 23 figure su 39) è di tipo “complice” nel 61% dei casi (in prevalenza, fra uomini) ed “autoritaria” nel 26% dei casi (prevalentemente, fra donne). Nella relazione con i pazienti si riscontrano comportamenti positivi per il 52% (amorevoli: 34%; amicali: 18%) e negativi per il 48% (disinteressati: 27%; autoritari: 21%). Dalla presente ricerca, si evince che, globalmente, la figura dell’infermiere trasmessa dal cinema si è evoluta con il passare dei decenni similmente alla realtà, sintetizzando (talvolta, grossolanamente) i pregi e i difetti di questa categoria. Ben più alta sembra la considerazione dell’infermiere nelle produzioni cinematografiche estere che, nel periodo storico osservato, assegnano agli infermieri, nel 50% dei casi, ruoli di maggiore spessore in trame di natura drammatica. Nelle pellicole di produzione italiana, invece, emergono due stereotipi in particolare: quello dell’infermiere disinteressato verso il paziente e complice con i colleghi, se uomo; avvenente, autoritaria con i colleghi e amorevole con i pazienti, se donna. Added by: Barbara Gargano |