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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Evangelista Maria, Vaccari Lorella. Il counseling come strumento infermieristico. Infermiere Oggi 2009;19(4):12–17. 
Added by: Barbara Gargano (05/02/2011 19:38:45)   Last edited by: Barbara Gargano (11/11/2011 19:58:22)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Evangelista2009a
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Categorie: Etica, Infermieristica clinica, Scienze dell'informazione
Sottocategorie: Comunicazione, Rapporto infermiere-paziente, Sicurezza
Autori: Evangelista, Vaccari
Collezione: Infermiere Oggi
Visualizzazioni: 1/1695
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Indice di Popolarità: 5%
Allegati    
Abstract     
(Trascritto dall’articolo).
Il counseling costituisce una relazione d’aiuto agita da un professionista (counselor) nei confronti di un individuo che si trova in difficoltà. Nato nell’ambito della psicologia umanista, esso è uno strumento utilizzabile anche dai professionisti della salute, accrescendone il bagaglio di competenze relazionali ed assistenziali. Tali competenze sono particolarmente necessarie nelle unità operative complesse, come le terapie intensive pediatriche, dove l’efficace comunicazione tra gli operatori e i familiari dei bambini, agevola il percorso clinico assistenziale del piccolo malato, dal ricovero alla sua dimissione e, nei casi meno fortunati, alla morte.
Applicazioni di counseling infermieristico nei Paesi anglosassoni hanno dimostrato la validità di tale strumento.
Lo studio vuole indagare sia il modello teorico delle conoscenze e delle scelte assistenziali; sia il vissuto emozionale degli infermieri, rispetto al tema della “perdita” in terapia intensiva pediatrica, attraverso un’indagine conoscitiva su un campione di 96 infermieri, operanti in unità pediatriche ad alta complessità assistenziale di due aziende ospedaliere romane a cui è stato somministrato un questionario a domande chiuse a risposte multiple.
I dati evidenziano che il prendersi in carica il lutto della famiglia non è un percorso ben definito e adottato sistematicamente, ma che l’82% degli intervistati avverte la necessità di una formazione adeguata. Da qui, è emerso il ruolo ambivalente dell’infermiere per le richieste conflittuali che gli pervengono: da un lato, si richiede un modello di assistenza olistico, sostenuto dall’etica e dalla legislazione, ma dall’altro, al contempo, un approccio tecnico e sufficientemente distaccato, soprattutto nelle situazioni critiche.
L’infermiere che prende in carico il paziente nella sua complessità, compresa l’assistenza alla fine della vita, deve essere tutelato e fornito di strumenti adeguati per operare. Per questo motivo, emerge la necessità di istituire corsi di formazione per il sostegno al lutto e l’elaborazione di protocolli di comportamento.
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