Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Grompone Valentina. Qualità di vita percepita in un campione di giovani-adulti affetti da sclerosi multipla in evoluzione cronica. NEU 2010;29(3):24–40.
Added by: Simonetta Ugolini (11/01/2011 19:43:19) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Grompone2010 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Infermieristica clinica, Infermieristica specialistica Sottocategorie: Infermieristica in neurologia, Qualità di vita Keywords: Autori: Grompone Collezione: NEU |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall'articolo). Introduzione: La natura dinamica della Sclerosi Multipla (SM) e le sue implicazione fisiche, psicologiche, sociali ed economiche la rendono una malattia con elevato peso sociale. E’ stata definita dai pazienti come “una scomoda compagna di viaggio con cui fare amicizia” perché dura tutta la vita, provocando spesso una disabilità più o meno pronunciata e comporta pertanto la necessità di cure e di assistenza in modo continuativo. Materiali e metodi: Si è seguito il percorso dei pazienti giovani adulti, non di prima diagnosi, con un decorso cronico. Il campione preso in esame è costituito da pazienti afferenti ai tre centri coinvolti direttamente allo studio: l’ospedale Molinette, l’AISM e l’ospedale San Luigi. Risultati: Si è osservato che, per quanto riguarda la disabilità, il 35% dei pazienti ha problemi di vestizione, il 37% nella deglutizione, ma il 72% non ha modificato la propria abitazione e dal punto di vista lavorativo, il 66% lavora mentre il 34% non è occupato. La reazione alla diagnosi nel 79% dei casi è stata fortemente negativa, ma il 21% dei casi non ha risposto, inoltre la vita è cambiata per il 43% dei pazienti, ma il 50% non ha saputo rispondere. Conclusioni: Sulla base dei dati raccolti, tenendo conto dei limiti dello studio, è possibile affermare che la SM e i suoi sintomi primari e secondari interferiscono notevolmente sulla qualità della vita dei pazienti, determinando spesso rinunce, isolamento sociale e vergogna. Dall’analisi dei dati inoltre emerge che l’autonomia , nonostante qualche limitazione, permane conservata e i pazienti svolgono le attività quotidiane con i loro tempi, ma i dati più significativi che emergono riguardano la depressione, la concentrazione e la fatica che, presenti in un’alta percentuale di casi, interferiscono negativamente sulle attività sociali e lavorative del paziente. L’impegno assistenziale e riabilitativo per questo tipo di pazienti è volto al mantenimento dell’autonomia il più a lungo possibile. L’investimento sulla ricerca, la grande forza di volontà dei pazienti ed il loro atteggiamento positivo nei confronti della vita, forniscono gli stimoli necessari per progredire nella ricerca e nelle cure. Added by: Simonetta Ugolini |