Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Macchi Giorgia, Visca Giorgio, Gualtieri Elena, Montanari Gloria, De Luca Anna. La consapevolezza di diagnosi e di prognosi alla fine della vita dalla parte del medico: studio osservazionale [editoriale]. La rivista italiana di cure palliative 2009;9(3/4):21–28.
Added by: Sara Martelli (06/10/2010 16:11:04) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Macchi2009 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Gruppi occupazionali, Infermieristica clinica, Scienze della formazione Sottocategorie: Comunicazione, Cure palliative, Didattica, Infermieri, Medici, Psicologi Autori: De Luca, Gualtieri, Macchi, Montanari, Visca Collezione: La rivista italiana di cure palliative |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo). La consapevolezza di malattia rappresenta una tematica di dibattito: il processo di comunicazione della diagnosi e, ancora più, della prognosi pone numerose difficoltà, nonostante i modelli di comunicazione sviluppati nel corso degli ultimi anni. Scopo del presente studio è quello di valutare la consapevolezza di diagnosi e di prognosi dei pazienti oncologici idonei per l’accesso in hospice e ricoverati in una struttura ospedaliera, e quella del loro caregiver. L’osservazione è stata condotta dal personale medico ospedaliero, utilizzando come misura di consapevolezza il codice Level Of Awareness of Disease (LOAD). Sono stati valutati 219 pazienti e 221 caregiver. Dal punto di vista del medico, il 19% dei pazienti non è consapevole né della diagnosi né della prognosi, mentre il 35% dei pazienti, pur consapevole di diagnosi, non è consapevole della prognosi. Soltanto il 24% dei pazienti in attesa di un trasferimento in hospice mostra piena consapevolezza sia di diagnosi sia di prognosi. Per quanto concerne il caregiver, il 71 % del campione mostra completa consapevolezza circa lo stato di malattia del congiunto ricoverato. C’è, tuttavia, ancora una quota considerevole di caregiver – il 13% - che non risulta consapevole della terminalità del congiunto. Tale panorama costringe a ripensare a ciò che è realmente necessario garantire, sia in termini di formazione del personale sanitario sia in termini organizzativi, perché nel percorso del paziente oncologico, anche in fase terminale, possa essere soddisfatto il suo bisogno di comunicazione. Added by: Sara Martelli Last edited by: Sara Martelli |