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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Artioli Giovanna, Braglia R., Copelli P., Crema E., Casali P. La qualità del sonno negli anziani istituzionalizzati. International nursing perspectives 2002;2(2):79–86. 
Added by: Teresa Compagnone (04/07/2007 15:06:58)   Last edited by: Giovanna Finocchi (07/05/2008 13:50:17)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
ID no. (ISBN etc.): 1592-6478
Chiave di citazione BibTeX: Artioli2002
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Categorie: Infermieristica clinica, Infermieristica specialistica, Metodologia dell'assistenza infermieristica, Strutture sanitarie
Sottocategorie: Infermieristica in geriatria, Riposo e sonno, Strutture sanitarie accreditate
Keywords: Residenze sanitarie assistenziali (RSA)
Autori: Artioli, Braglia, Casali, Copelli, Crema
Collezione: International nursing perspectives
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Allegati    
Abstract     
(Trascritto dall’articolo).
Introduzione. Scopo dello studio è descrivere la qualità del sonno di anziani istituzionalizzati, per valutare la prevalenza e le caratteristiche dei principali disturbi del sonno.
Materiali e Metodi. Lo studio è stato condotto su un campione di 104 ospiti di una struttura protetta per anziani. Tra questi sono stati esclusi coloro che presentavano età inferiore ai 65 anni, con grave afasia, che soggiornavano da meno di 30 giorni nella struttura o con deficit cognitivo moderato-grave identificato attraverso la Short Portable Mental Status Questionnaire ( SPMSQ). Il campione si è ridotto così a 59 ospiti, ai quali, attraverso il Pittsburg Sleep Qualità Index (PSQI) è stata misurata la qualità del sonno. Con la Geriatric Depression Scale (GDS) si sono poi identificati i soggetti depressi, moderatamente depressi o molto depressi.
La consultazione delle cartelle cliniche ed infermieristiche ha permesso di rilevare i dati demografici, il momento dell’ingresso, eventuale presenza di patologie e terapie. Per valutare le variabili psicofisiche e socio ambientali legate al sonno è stata usata una intervista semistrutturata.
Risultati. Una qualità di sonno "non buona" (stimata dalla scala PSQI con punteggio uguale o superiore a 5) interessa in modo uguale uomini e donne. Una maggiore permanenza nella struttura migliora la qualità del sonno per efficacia e durata. Negli anziani depressi è disturbata la fase di latenza del sonno (maggiore di 30 minuti), la qualità autovalutata del sonno non raggiunge livelli accettabili, è presente una più prolungata abitudine al sonno diurno (superiore ai 120 minuti). L’uso di farmaci per dormire in soggetti mediamente-fortemente depressi ha rilevanza statisticamente significativa. La posizione obbligata nel letto è associata a forme depressive e condiziona la qualità del sonno.
Conclusione. Lo studio evidenzia un miglioramento del sonno del gruppo di ospiti residenti da più di un anno riconducibile ad un graduale adattamento alla permanenza in casa protetta. Poiché gli anziani depressi presentano una ridotta qualità autovalutata del sonno e una abitudine al sonno diurno, è utile non prolungare il sonno pomeridiano oltre i trenta minuti.
Added by: Teresa Compagnone  Last edited by: Giovanna Finocchi