Indice della
Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Rocco Gennaro. Cui prodest [editoriale]. Infermiere Oggi 2006;16(4):1–2. 
Aggiunto da: Francesca Verde (22/02/2010 23:26:26)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Rocco2006c
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Categorie: Management
Sottocategorie: Complessità assistenziale
Autori: Rocco
Collezione: Infermiere Oggi
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Indice di Popolarità: 3.5%
Allegati    
Abstract     
(Trascritto dall’articolo).
I mali della sanità sono tanti e noi infermieri li conosciamo e li denunciamo da anni. Sono anche però tante le testimonianze di buona sanità: professionisti preparati, seri e rigorosi che si formano in lunghi e sempre più complessi corsi di studio. Professionisti che frequentano Master, corsi di Laurea specialistica, Dottorati di ricerca con un atteggiamento e uno spirito di abnegazione non proprio così diffusi e comuni ai giorni nostri. Infermieri che si barcamenano tra mille difficoltà, sempre pronti a farsi carico dei disagi dei pazienti e dei loro familiari 24 ore al giorno e tutti i giorni dell’anno, perché sono sempre lì, comunque lì, dove si erogano i servizi e le prestazioni. E non c’è tempo di lamentarsi perché i carichi di lavoro sono estenuanti. Non lo diciamo noi. lo dicono le innumerevoli lettere dei cittadini che ci pervengono e che sono sempre pronti a testimoniare episodi e storie di professionalità che li riguardano.
Turni di lavoro raddoppiati, orari impossibili perché mancano risorse. Sono anni che lo diciamo. Siamo un Paese che a parità di popolazione ha la metà degli infermieri che ha la Gran Bretagna che denuncia che i suoi infermieri sono assolutamente insufficienti. Si, perché si parametra con i Paesi del Nord Europa dove gli infermieri sono, in rapporto alla popolazione, addirittura il triplo di quanti ne abbiamo in Italia. Così, nonostante la carenza, rimangono disoccupati centinaia di giovani che si sono laureati nelle nostre università. Qui non si tratta di difendere l’indifendibile. Qualche pecora nera ce l’abbiamo pure noi. non siamo noi a dare scandalo, certamente non più di chi decide e gestisce gli ambienti ospedalieri, di chi dovrebbe controllare e non lo fa, di chi dovrebbe prevenire e se ne disinteressa. La nostre è una categoria che lavora sodo e con professionalità.
Aggiunto da: Francesca Verde