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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Colombetti Elena. Alimentazione e idratazione artificiale come problema di giustizia. Medicina e morale 2009;59(6):1083–1097. 
Added by: Eleonora Pettenuzzo (21/02/2010 18:22:51)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Colombetti2009
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Categorie: Etica, Infermieristica clinica
Sottocategorie: Alimentazione, Bioetica, Dilemmi etici, Principi etici
Keywords:
Autori: Colombetti
Collezione: Medicina e morale
Visualizzazioni: 1/1612
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Indice di Popolarità: 4.5%
Allegati    
Abstract     
(Trascritto dall’articolo).
Il testo affronta gli aspetti bioetici dell’alimentazione e idratazione artificiale. Dopo aver analizzato la distinzione tra alimentazione e nutrizione, l’articolo si sofferma sulla questione dell’artificialità indagando l’appropriatezza del termine. Si mostra inoltre come, in ogni caso, l’artificialità non costituisca in sé, un problema bioetico. Attraverso l’analisi di alcuni documenti ufficiali (parere del CNB, Linee guida della Siaarti) vengono poi affrontati i nodi teoretici su cui si centra il dibattito cercando di chiarire se si tratti o no di una terapia, la possibilità che si presenti come un accanimento terapeutico e quali siano i criteri utilizzati per definirlo. Il testo argomenta, inoltre, come la rinuncia all’identificazione di criteri oggettivi per identificare quando si diano situazioni di accanimento terapeutico porti a gravi discriminazioni tra gli esseri umani. In particolare, ci si sofferma sulla condizione di coloro che si trovano in uno stato vegetativo; sempre attraverso l’analisi dei documenti si mostra come, a partire dallo SV, si stia eliminando proprio il parametro oggettivo della proporzionalità a favore di criteri soggettivi che, progressivamente, aprono ad un abbandono terapeutico ed assistenziale anche di molte persone con patologie neurodegenerative o psicologiche. L’articolo si conclude mostrando come, dietro l’apparente privatezza di alcune decisioni, si celi invece una profonda questione di giustizia messa alla prova proprio dalle situazioni di disabilità più estrema.
Added by: Eleonora Pettenuzzo