Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Guasconi Massimo. La relazione infermiere-paziente in pronto soccorso. NEU 2009;28(1):15–18.
Added by: Simonetta Ugolini (26/10/2009 21:25:46) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Guasconi2009 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Infermieristica clinica, Infermieristica specialistica Sottocategorie: Comunicazione, Infermieristica in area critica, Infermieristica in area critica Keywords: , Dipartim. di emergenza e accettazione (DEA) Autori: Guasconi Collezione: NEU |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall'articolo). Nell’Unità Operativa di pronto soccorso spesso l’infermiere non riesce ad ottenere una comunicazione efficace con il paziente a causa del poco tempo in cui avviene la prestazione, della non pianificazione (il paziente si conosce quando entra in ambulatorio), della concentrazione sulle prestazioni tecniche e delle condizioni cliniche del paziente. Questo porta spesso al mancato raggiungimento di una relazione d’aiuto efficace e quindi ad una minor possibilità di raggiungere i risultati prefissi nel processo di assistenza. L’ipotesi di questo elaborato è che la presenza di un filtro (una persona cara, un parente, un volontario) durante tutte le fasi dell’assistenza, in particolare durante l’attesa, possa aiutare l’infermiere ad instaurare una relazione/comunicazione efficace con il paziente e quindi a diminuire la percezione di situazioni di disagio dell’operatore e dell’utente. Per confermare o meno l’ipotesi è stato selezionato un campione non probabilistico di relazioni tra infermiere e paziente avvenute nel pronto soccorso di Piacenza, attraverso un campionamento di convenienza costituito da 121 relazioni. Per la raccolta dei dati è stata utilizzata una griglia osservazionale, atta ad indagare la relazione tra il professionista e l’utente con il metodo dell’osservazione non partecipata. Dall’analisi dei dati raccolti si evince che la presenza di un filtro durante tutte le fasi dell’assistenza facilita l’instaurarsi di una relazione/comunicazione efficace tra infermiere e paziente e quindi la diminuzione di situazioni di disagio percepite dall’operatore e dall’utente. In conclusione si può affermare che, nel rispetto della volontà e della privacy del paziente, la presenza di una persona cara a quest’ultimo, non ostacola il professionista nelle fasi di assistenza, ma aiutandolo nel realizzare una relazione efficace, inevitabilmente lo facilita anche nell’attuazione del processo di assistenza. Added by: Simonetta Ugolini |