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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Giuliano G. La valutazione multidimensionale: un esempio di applicazione in dialisi. Professioni infermieristiche 2005;58(4):222–228. 
Added by: Tania Diottasi (26/05/2007 11:59:28)   Last edited by: Alessandra Bonfigli (16/06/2008 08:04:14)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
ID no. (ISBN etc.): 0033-0205
Chiave di citazione BibTeX: Giuliano2005
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Categorie: Infermieristica specialistica, Management, Metodologia dell'assistenza infermieristica, Metodologia della ricerca
Sottocategorie: Infermieristica in nefrologia, Scale di valutazione, Sistema di gestione della qualità
Keywords: Emodialisi
Autori: Giuliano
Collezione: Professioni infermieristiche
Visualizzazioni: 1/2542
Indice di Visite: 24%
Indice di Popolarità: 6%
Allegati    
Abstract     
(Trascritto dall'articolo).
Nei mesi di giugno e luglio 2005 il questionario IPPE (Inventario pluridimensionale per il paziente in emodialisi) è stato compilato da 61 pazienti in terapia sostitutiva emodialitica. Il questionario indaga sei dimensioni ritenute importanti per la vita del paziente in dialisi: relazioni familiari, rapporto con il proprio corpo, bisogno di bere, vita quotidiana, bisogni, percezione della propria malattia. La dimensione più critica è relativa al bisogno di bere, seguita dai problemi nel rapporto con il proprio corpo e nella vita quotidiana. Percentuali di criticità inferiori sono state rilevate nella percezione della propria malattia e nell’ambito delle relazioni familiari. Per quanto riguarda i bisogni del paziente in relazione al trattamento medico, infermieristico e alla sua condizione di paziente ospedaliero, si rileva una forte carenza di informazioni relative alla diagnosi (72%), una elevata esigenza di avere un dialogo maggiore con la classe medica (69%) e il bisogno di un maggiore coinvolgimento nelle scelte terapeutiche (57%), attribuibili alle difficoltà nella comunicazione medico-paziente. Il 30% degli intervistati vorrebbe avere maggiore attenzione da parte del personale infermieristico: questo non è imputabile ad una mancata presenza fisica dell’infermiere, ma piuttosto a carenza di empatia nella relazione infermiere-paziente. I dati illustrati sono quindi uno stimolo al miglioramento, visto che riconoscere i problemi è il primo passo per la loro soluzione, nella speranza di poter offrire un servizio medico e infermieristico sempre più valido.
Added by: Tania Diottasi  Last edited by: Alessandra Bonfigli