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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Genre Ermanno. Conclusioni del Convegno "Predizione e incertezza. La diffusione dei test genetici nella pratica clinica". Torino 6 ottobre 2006. Bioetica 2007;15(1s):83–87. 
Added by: Giovanna Finocchi (21/05/2007 09:34:40)   Last edited by: Giovanna Finocchi (18/03/2008 23:11:54)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Genre2007a
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Categorie: Etica, Infermieristica clinica
Sottocategorie: Bioetica, Principi etici, Spiritualità
Autori: Genre
Collezione: Bioetica
Visualizzazioni: 1/1570
Indice di Visite: 15%
Indice di Popolarità: 3.75%
Allegati    
Abstract     
(Trascritto dall'articolo).
L’autore esamina qual è il ruolo di un’etica protestante nell’ambito della medicina predittiva e dei test genetici. Hans Jonas, come ha ricordato Körtner (vedi il contributo di Ulrich H.J. Körtner “L’applicazione dei test genetici nella pratica clinica. Aspetti etici e sociali” , nell’inserto a cura della Commissione Bioetica della Tavola Valdese, Bioetica 2007;15(1):15-26.), ha introdotto il concetto di “euristica della paura” nell’ambito della ricerca genetica. Ma è veramente praticabile e produttiva un’euristica della paura? La visione della vita nella tradizione ebraico-cristiana tenderebbe piuttosto a parlare di una "euristica della speranza" e della fiducia. La medicina predittiva pone una sfida enorme nell’ambito dell’accompagnamento pastorale delle persone che vengono a trovarsi coinvolte esistenzialmente nelle predizioni dei test genetici. Le domande che sorgono coinvolgono inevitabilmente anche la relazione con Dio: che cosa ne faccio dell’idea, radicata nella fede biblica di un Dio creatore, che al termine della sua opera disse che tutto era "molto buono", se poi vengo a scoprire che porto dentro di me non solo la polvere mortale di cui sono fatto ma anche un difetto genetico originario? E se non concepisco più Dio come essere creatore di una materia perfetta, e seguo la teoria evoluzionistica di Darwin, posso ancora fargli uno spazio nella mia vita, pensare ad una sua presenza oltre la realtà materiale che si rivela, anche da un punto di vista antropologico, imperfetta ed in continua evoluzione? Posso ancora continuare a ragionare sull’ipotesi di Dio???
Added by: Giovanna Finocchi  Last edited by: Giovanna Finocchi