Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Rocco Gennaro. Cure primarie e governo clinico: infermiere protagonista [editoriale]. Infermiere Oggi 2007;17(2):1–2.
Aggiunto da: Francesca Verde (28/09/2008 12:49:40) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Rocco2007b Invia la risorsa per email ad un amico ![]() |
Categorie: Management Sottocategorie: Organizzazione del lavoro, Organizzazione del lavoro Keywords: , Modelli organizzativi Autori: Rocco Collezione: Infermiere Oggi |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo) L’obiettivo è presto detto: più sanità territoriale meno ospedale. Con tutti i benefici che ciò comporta, a partire dall’abbattimento delle code nei Pronto Soccorso e delle liste d’attesa per le visite specialistiche. Ecco dunque il modello delle “cure primarie”, adottato con successo in tutti i Paesi a sanità avanzata ma che in Italia stenta perfino a essere riconosciuto come modello virtuoso, come direzione obbligata per un’assistenza all’altezza delle attese. In questo senso il ruolo dei medici di medicina generale è essenziale. Ma non è l’unico. E forse neanche il principale. È la figura dell’infermiere che, in questo scenario, si sobbarca degli oneri più gravosi e le responsabilità più delicate. Per questo ha l’assoluta necessità di agire in modo autonomo, anche rispetto ai medici di base. Infermiere medico che lavorano in sinergia ma anche in piena autonomia, secondo le rispettive attribuzioni e competenze, diverse, specifiche, complementari. Non c’è sanità che funzioni se manca una delle due figure. Ne se l’una prevarica l’altra. Certo è che l’esperienza ci suggerisce di diffidare. Non per questo, però, possiamo rinunciare a batterci perché le cose cambino. Abbiamo dalla nostra un alleato troppo importante: il cittadino. Entrambi sappiamo che più “territorio” significa più salute e che, come in un circolo virtuoso, la salute della gente è la cura migliore per la sanità malata. Aggiunto da: Francesca Verde |